Venerdì, con un po’ di malinconia e una tazza di tè freddo
parole scomposte e pensieri che cercano il loro posto, come il caldo di questi giorni.
Come va da queste parti?
Queste sere cominciano a raccontare un’altra stagione. C’è quell’aria leggera che invita a stendere la copertina sulle gambe, giusto per il piacere del gesto, non per reale necessità. E la mattina… la mattina è ancora dolce, gentile, fino a mezzogiorno.
Poi il caldo torna a farsi sentire, ma senza eccessi, come se anche lui fosse stanco della sua stessa arroganza.
Questa settimana è volata via con un soffio. Vi avevo accennato che forse sarei tornata in Puglia, ospite di un press tour. Alla fine non è andata così. L’ho scoperto tardi, all’ultimo, e confesso che ci sono rimasta abbastanza male o forse malissimo, non saprei.
Ma non è il momento per scavare nei perché, tanto certe cose vanno semplicemente lasciate andare, come foglie secche su un sentiero e dire vabbè.
In questi giorni, tra un pensiero e l’altro, mi sto interrogando su cosa voglia dire davvero rallentare. Forse è proprio il momento di lasciare più spazio a ciò che conta e scrivere con cura, dedicarmi ad articoli pensati, sentiti, come ho sempre fatto. Alcuni lavori recenti sono saltati con motivazioni abbastanza discutibili anche questa volta.
E io, a volte, mi sento un po’ come uno yogurt scaduto, fuori tempo per certi algoritmi, ma ancora buona, credetemi, per chi ama i sapori veri.
Sento che questo continuo scorrere ci ha cambiati. Guardiamo, scorriamo, passiamo oltre.
Ci fermiamo agli occhi, forse, ma raramente ascoltiamo le voci. E oggi questo caffè del venerdì è un po’ brontolone, lo so. Ma anche i giorni storti fanno parte del viaggio.
Dalla prossima settimana riprendo alcune abitudini che mi fanno bene e tornerò sul blog con tre articoli a settimana, con la solita lentezza, quella che serve per accorgersi delle cose belle. Ho già qualche idea in cantiere e spero presto di potervi raccontare qualcosa di più concreto.
Nel frattempo ho iniziato ben tre libri follia? Può darsi. Uno è puro piacere narrativo, uno è un saggio che mi scuote e il terzo è una carezza, qualcosa di leggero per accompagnare le serate.
Sto pensando di tornare al digitale, magari con un nuovo Kindle o un iPad, il mio kindle di dieci anni mi ha salutata dopo una lunga e fedele compagnia.
Il weekend sarà una via di mezzo tra il relax e qualche lavoretto sparso. Anche se, lo confesso, mi piacerebbe essere altrove, con il portatile aperto e una tazza fumante, a guardare la vita scorrere dalle finestre di un posto nuovo.
Vi lascio con un piccolo pensiero da bere la ricetta per un tè freddo fatto in casa, da preparare in una bottiglia da un litro. Un gesto semplice, ma che sa di cura.
Tè freddo alla menta e limone (a infusione a freddo)
Ingredienti:
1 litro di acqua naturale a temperatura ambiente o fresca
2 bustine di tè verde o tè nero (oppure 1 cucchiaio raso di tè sfuso)
5-6 foglie di menta fresca
2 fette sottili di limone bio (con la buccia, ben lavato)
Procedimento:
Versa l’acqua in una bottiglia da 1 litro di vetro o plastica resistente.
Inserisci le bustine di tè o il tè sfuso in infusore, le foglie di menta e le fette di limone.
Chiudi bene la bottiglia e lascia in infusione in frigorifero per 6-8 ore (oppure tutta la notte).
Prima di servire, rimuovi le bustine o l’infusore e agita leggermente la bottiglia.
A prestissimo.