Un lunedì col sapore del caffè amaro
Tra scelte che deludono e brevi ritorni al mare, quando la fatica non basta… ma il cuore sì.
C'è un tipo di lunedì che non ha bisogno di spiegazioni.
Quello che si annuncia già storto dal primo caffè.
Amaro, troppo. Amaro come certe parole non dette, come le risposte che non arrivano, come quei “grazie ma no” detti con sufficienza, dopo giorni di messaggi ignorati.
È quel lunedì in cui il lavoro creativo sembra valere solo se ha i numeri giusti dietro, se brilla di follower, di visualizzazioni e di commenti, se rientra in una scatola preconfezionata.
È il lunedì delle selezioni fatte all’ultimo, delle esclusioni che non sanno spiegarsi, dei progetti che si sgretolano con la stessa facilità con cui erano stati proposti.
Ne avevamo già parlato, no?
Di quanto sia frustrante vedere il valore relegato ai numeri. Di quanto sia stancante sentirsi dire che i blog non li legge più nessuno. Eppure, ogni volta che scrivo, c’è qualcuno che legge. E questo mi basta.
Poi, per fortuna, ci sono le parentesi di luce.
Come queste 24 ore in Liguria passate la scorsa settimana, passate come il vento.
Una boccata d’estate. Una carezza di sale sulla pelle.
Non è stato il solito press tour istituzionale, ma era qualcosa di più.
Persone vere, che mettono passione nel proprio lavoro. Storie raccontate col cuore.
E io lì, finalmente davanti all’Abbazia di San Fruttuoso. Maestosa. Viva. Incorniciata dal blu.
Ho respirato forte. Mi mancava il mare. Mi mancava quella sensazione di essere dove dovevo essere.



Tornata a casa, ho fatto finalmente la pasta di cui vi avevo parlato.
Ed è stato come riportare a galla un rituale antico.
Ora sogno una macchina per la pasta corta. E sogno anche un mercatino agricolo, una piccola comunità del sabato mattina, dove vendere impasti più digeribili, fatti a mano, fatti col cuore.
Appena riesco a mettere giù la ricetta e magari un paio di scatti ve la racconto. Promesso.
Per il resto, certe cose che si costruiscono piano piano possono cadere in un attimo, è vero. Ma forse – e dico forse – si può imparare a costruire meglio.
Con radici più profonde. Con pazienza. Con amore, in un certo senso.
Mercoledì vi scrivo delle letture e di quelle che ho amato, quelle che ho appena iniziato, quelle che mi aspettano sul comodino.
Un modo per respirare, insieme.
A presto.