Quel caffè del lunedì che non consola
Di email mai risposte, sogni lasciati a metà e quella stanchezza che non si dice mai ad alta voce
Ci sono lunedì che iniziano stanchi.
Non per il sonno, non per l’ora, ma per il peso sottile — eppure denso — di tutto ciò che non accade.
Un’altra mail inviata, un’altra risposta che non arriva.
E mentre il mondo fuori corre, io resto qui, come un centralino dimenticato, a smistare sogni tra chi non ha tempo, voglia, o forse solo la gentilezza di dire non fa per noi.
A volte il ghosting lavorativo fa più male di quello sentimentale.
Perché lì ci avevi messo dentro anche competenza, cura, lunghe giornate, e quell’illusione — anche solo per un attimo — che potesse nascere qualcosa.
Invece no.
Un’altra crisi di pianto nascosta tra le righe di un’agenda già troppo piena.
Un altro caffè amaro, che oggi sa più di resa che di inizio.
Mi chiedo: è colpa mia? Sono io a non essere all’altezza?
O è questo sistema che non lascia spazio a chi prova, a chi non ha santi in paradiso, a chi non ha tempo di creare engagement mentre cerca solo di restare a galla?
In alta stagione sembra che tutto sia urgente, ma nessuno abbia davvero tempo per ascoltare.
Ho aggiunto ore su ore alla mia formazione, mi alzo presto anche quando il ciclo mi fa inginocchiare dal dolore, perché mi dicono che perché devi sapere fare tutto, devi essere pronta, devi crederci ancora.
Essere multitasking, performante, sorridente, instancabile.
Ma oggi no.
Oggi mi sento solo stanca.
Stanca di dover chiedere spazio.
Stanca di cercare ascolto nel vuoto.
Stanca di dover essere sempre eccezionale per avere diritto a una risposta.
Anche i progetti fuori dall’Italia, quelli a cui mi ero aggrappata con speranza, sono rimasti sospesi.
Silenzio.
Allora penso che forse, anche essere scelti, è un privilegio.
E non so nemmeno più se voglio essere scelta da un sistema che pretende tanto e restituisce così poco.
Il caffè ormai si è freddato.
Ha il sapore di certe estati rumorose come quelle spiagge affollate, bambini che urlano, gente che calpesta gli spazi degli altri senza nemmeno accorgersene.
E le onde che ti accarezzano i piedi mentre, piano piano, sparisci un po’.
Non del tutto. Ma abbastanza da sentire di non esserci più come prima.
Questo è il mio lunedì.
Un caffè freddo e troppe domande.
E tu? Come stai davvero?
In parte felice, in parte nostalgica. Felice del rientro, dopo una settimana di ferie nei luoghi dell'infanzia, nostalgica per quello che ho lasciato. Magari ti va di leggere com'è stato il mio lunedì, scorso, https://open.substack.com/pub/pollykoala/p/lunedi-anomalo?r=m82m3&utm_campaign=post&utm_medium=web&showWelcomeOnShare=false Quello di oggi è, in qualche modo, svuotato emotivamente e di contenuti.